venerdì 6 agosto 2010

GLI ULTIMI GIORNI DELL’IMPERATORE


Dopo lo scandalo P3, Nicola Cosentino è alle corde. Potrebbe lasciare il coordinamento del Pdl a breve. Il fedelissimo Landolfi: «È finito un ciclo»


di Alessandro Pecoraro


Nonostante sia piena estate, l’aria che si respira nel Popolo della libertà è gelida. La bomba scoppiata dopo la pubblicazione delle vicende legate all’inchiesta dell’eolico in Sardegna ha provocato vittime anche in Campania, dove la cricca, che sarebbe guidata da Nicola Cosentino (nella foto), è stata messa a nudo dai pubblici ministeri, grazie al prezioso ausilio delle intercettazioni telefoniche.
Secondo le indagini della magistratura, Cosentino, insieme al dimissionario assessore all’Agricoltura Ernesto Sica e ad altri fedelissimi, nell’ultimo anno avrebbe dato vita a una loggia segreta (definita P3) utilizzata, tra l’altro, per impedire ai vertici del Pdl di candidare Stefano Caldoro a presidente della Regione Campania.
Le pressioni sarebbero state forti a tal punto da mettere in piedi un dossier a luci rosse confezionato per convincere l’attuale governatore della Campania a ritirarsi dalla corsa alle ultime regionali. A poco più di un mese dallo scandalo campano, ciò che resta è un partito allo sbando.
Cosentino, dopo essere stato costretto alle dimissioni da sottosegretario all’Economia, potrebbe presto abbandonare anche la carica di coordinatore regionale.
I malumori nel Pdl regionale, infatti, sono ai livelli massimi: basti pensare alle posizioni critiche di Italo Bocchino e di tutti i finiani, ma anche alle parole del sottosegretario Pasquale Viespoli, che ha sollecitato un gesto di disponibilità da parte dell’oligarchia che ha in mano il partito, in quanto «si rischia di determinare una criticità rispetto all’autorevolezza del Pdl nella dialettica partito-governo regionale».
Ma non è tutto, anche il governatore della Campania, dopo aver estromesso Ernesto Sica dalla giunta e ottenuto la fiducia da parte della giunta e del consiglio, è pronto a prendersi la rivincita sfrerrando l’attacco finale nei confronti di Cosentino. Il coordinatore del Pdl campano, a quanto pare, è stato abbandonato anche dal suo vice Mario Landolfi, secondo cui ormai si è chiuso un ciclo: «Dobbiamo prenderne atto – ammette –. Ora bisogna aprire una riflessione all’interno del partito.
Serve un cambio di passo. La classe dirigente che ha compiuto questo percorso deve chiedersi, a cominciare da me, se è in grado o meno di guidare un nuovo corso».
Lo scenario che si profila per Cosentino è terrificante, l’ex zar del Pdl campano è stato sopraffatto dalla sua smania di controllare tutto e tutti, dapprima eliminando la famiglia Martusciello dalla guida di Forza Italia, poi facendo fuori i fedelissimi di Italo Bocchino ed, infine, puntando i piedi per evitare la candidatura di Mimì Zinzi alla provincia di Caserta, una decisione che provocò anche le dimissioni, immediatamente revocate, dalla guida del partito in Campania.
Dopo essere stato indotto a gettare la spugna sugli incarichi di governo, Cosentino, non appena terminerà l’estate, sarà inevitabilmente costretto a dire addio anche alla guida del partito campano, un addio che non sarà semplice né indolore...continua

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