venerdì 4 dicembre 2009

«IL CENTROSINISTRA EMARGINI I SUOI EMARGINI I SUOI

Antonio Di Pietro non fa sconti agli "amici": l’alleanza col Pd passa attraverso l’esclusione delle
candidature di chi è sotto processo. Soprattuto in Campania


di Mario Tudisco


«Nicola Cosentino è davvero – o almeno di questo lui è pienamente convinto – il Silvio Berlusconi della Campania. Nel senso che, seguendo alla lettera l’insegnamento dell’uomo di Arcore, vuole utilizzare la politica per annacquare la sua posizione giudiziaria, che è gravissima, da ogni punto di vista la si voglia inquadrare. E devo dire che fa bene quella sparuta parte del centrodestra che non lo vuole governatore a opporsi a una nomination che, giusto per usare un eufemismo, è scandalosa ed espone l’Italia tutta alle critiche dei paesi europei civilizzati».
Non fa sconti a nessuno l’ex Pm di "Mani Pulite" Antonio Di Pietro (nella foto), che sulla questione dei presunti rapporti intercorsi tra l’attuale sottosegretario alle Finanze e i clan Casalesi non ammette distinguo di alcun genere. Per Di Pietro, dunque, il caso Cosentino è solo un caso giudiziario inquietante e non deve, nella maniera più assoluta, trasformarsi nell’ennesima querelle tra politici e magistrati. Magistrati a cui, da buon ex collega, esprime la massima solidarietà.
Onorevole Di Pietro, quasi l’intero Popolo della libertà e, naturalmente, l’interessato parlano di una campagna giudiziaria ai danni di un candidato forte e vincente. L’obiezione è che le indagini sull’onorevole Cosentino risalgono a tantissimi anni fa e solo ora la magistratura le ha tirate fuori dal cassetto…
Guardi, ciò che dicono questi signori è falso. È vero che le indagini, scaturite a seguito delle dichiarazioni di alcuni pentiti, risalgono agli anni Novanta. Ma è pur vero che, secondo gli inquirenti, i rapporti tra Cosentino e i camorristi non si sono mai interrotti. E in questo fa fede il capo d’imputazione laddove, se non erro a pagina cinque, è detto che tali rapporti esistono tuttora. Ma a parte ciò, il nostro sistema giudiziario non prevede una prescrizione ab origine per reati di questo genere. Le faccio un esempio: le accuse contro Totò Riina risalgono alla notte dei tempi. Ma non per questo non si è proceduto all’arresto del capo della mafia siciliana. Che doveva fare, secondo Cosentino, il Gip Raffaele Piccirillo? Archiviare il tutto solo perché le vicende risalgono a quindici anni fa? Ma stiamo scherzando?
Qual è l’orientamento dell’Italia dei valori per le elezioni regionali campane e per le candidature alla presidenza della provincia di Caserta?
Per Caserta ci stiamo attrezzando a correre da soli se il centrosinistra continuerà a "cosentineggiare", nel senso che non mi sembra affatto che in questa zona così delicata del Paese ci sia la volontà di candidare uomini di spessore e in netta discontinuità con il passato. Analogo ragionamento lo posso fare anche per la Regione. Ai nostri possibili alleati lo abbiamo detto chiaro e tondo: o si cambia registro e si individuano programmi e personaggi all’altezza della situazione e che non siano uomini di Antonio Bassolino (nella foto), oppure ognuno andrà per la propria strada. Guardi che per l’Idv non è mica un problema correre da soli. Anzi, se vogliamo ragionare in termini egoistici, ci converrebbe pure, in quanto intercetteremmo elettoralmente gran parte del diffuso dissenso che esiste in Campania, sia nei confronti dei "berluschini" sia nei confronti del centrosinistra. Mi voglio però augurare che l’ex Ulivo rinsavisca: terremo le porte aperte fino all’ultimo... continua

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