giovedì 5 novembre 2009

«COSENTINO? CANDIDATURA INOPPORTUNA»

L’uomo forte di Gianfranco Fini in Campania detta l’agenda del Pdl sulle elezioni regionali e provinciali di Caserta. Tappeto rosso all’Udc di Zinzi


di Alessandro Pecoraro


Italo Bocchino (nella foto) è tra i fedelissimi del presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini. Uomo politico di spicco del Pdl nazionale, campano d’origine, ha un ruolo primario nella scelta delle candidature nella regione Campania. "Fresco di Stampa" lo ha intervistato per saperne qualcosa in più rispetto alle due importanti tornate elettorali: regionali e provinciali di Terra di Lavoro.
Onorevole Bocchino, a sette mesi dalla nascita ufficiale, già sembrano essersi sviluppate delle fratture all’interno del Pdl. Mettendo da parte il "collante Berlusconi", non crede che il Popolo della libertà, così come il Pd, si troverà a fare i conti con le divergenze interne tra le varie correnti?
Il Pdl ha pochi mesi di vita ed è un grande partito, rappresentativo di circa il 40% degli italiani. In una realtà così grande e ancora in fase di costruzione può anche accadere che ci sia bisogno di discutere.
La situazione del Pd non è paragonabile con quella del Pdl: noi abbiamo valori comuni e condivisi. Nel Pd, invece, è una lotta quotidiana di tutti contro tutti, con continue minacce di scissioni e di abbandoni.
Nel 2005 è stato sconfitto alle elezioni regionali da Antonio Bassolino. Da allora molte cose sono cambiate. Qual è il suo bilancio delle politiche bassoliniane di questi ultimi anni?
Il bilancio del "bassolinismo" è stato fatto da Walter Veltroni, quando pochi mesi fa ha chiesto al governatore di fare un passo indietro. Oppure da Dario Franceschini, che vede in Bassolino l’emblema di un vecchio modo di fare politica al Sud, che va superato. Certo, potevano dirlo prima…
Parliamo delle prossime elezioni regionali: Casentino, pur ambendo alla candidatura, deve fare i conti con le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che lo hanno accusato di avere rapporti con i clan dei Casalesi. Fini è contrario a una sua candidatura e pensa a Caldoro.
Sia Nicola Cosentino, che fa il sottosegretario di Stato, sia Stefano Caldoro, già ministro della Repubblica, hanno le capacità e l’esperienza per guidare una regione difficile come la Campania. Il coordinatore regionale del partito è l’interlocutore naturale di chi rappresenta il Pdl nelle istituzioni locali. Funziona così in ogni partito organizzato sul territorio. Sono d’accordo con Gianfranco Fini quando dice che si è innocenti fino a prova contraria e che al momento non è opportuna una candidatura di Nicola. Prima di tutto, bisogna lavorare su un progetto di governo chiaro e forte da presentare ai cittadini. E poi serve una squadra di altissimo livello.
È favorevole ad un accordo con l’Udc di Ciriaco De Mita per le elezioni regionali in Campania?
Non solo sono favorevole, ma addirittura lo auspico. Con l’Udc abbiamo condiviso l’esperienza della lunga opposizione al "bassolinismo". E in Europa abitiamo sotto lo stesso tetto, il Ppe.
Ovviamente l’accordo non deve essere sulle poltrone, ma sull’idea di Campania che vogliamo presentare agli elettori per governare questa regione che proviene da un decennio di cattiva amministrazione.
A proposito di Bassolino, l’attuale governatore, al fine di ridurre la spesa sanitaria regionale, ha optato per l’accorpamento delle Asl. Lei è d’accordo?
Esistevano sicuramente altre possibilità di azione, ma per anni la sanità in Campania è stata gestita come un centro erogatore di clientele e non di servizi. Con il risultato che la Campania ha il record di emigrazione sanitaria e il secondo deficit d’Italia, dopo il Lazio. Accorpare le Asl non basta. Bisogna prima di tutto mandare a casa chi ci ha condotti sull’orlo del baratro...continua

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