Sergio Tanzarella, voce critica della sinistra, è scettico su un’inversione di rotta della politica. E addita i guasti prodotti dai notabili di Provincia e Comuni
di Mario Tudisco
«Credo che la Comunità europea, di questo passo, non possa fare nulla di concreto per il sud Italia. Si vota nuovamente per Bruxelles e si rischia la solita passerella. Questa volta, sarebbe meglio ripartire dalla questione meridionale e da come si è ulteriormente complicata nel corso degli ultimi decenni. Le maggiori responsabilità di ciò che è accaduto ricadono, mi dispiace ammetterlo, sulle spalle di una classe dirigente di centrosinistra, che si è rivelata peggio della Democrazia cristiana della Prima Repubblica e non si è dimostrata diversa dalla corazzata berlusconiana del centrodestra».
Sergio Tanzarella (nella foto), ex deputato progressista di Caserta, della sinistra locale è l’anima critica indiscussa. Proprio a causa della sua schiettezza, senza peli sulla lingua, nonostante sia tra gli intellettuali cattolici più apprezzati in Italia e nel vecchio continente, è costretto all’esilio politico dai potentati dei partiti nati dopo l’era di Tangentopoli.
Professore Tanzarella, è mai possibile che neppure dall’Europa giungano segnali di ripresa per un Mezzogiorno che, forse, non ha ancora oltrepassato la soglia critica del non ritorno?
Guardi, temo proprio che, da sola, la Comunità europea possa incidere ben poco. L’unica speranza per le nostre terre passa attraverso un vero processo di liberazione, che può essere attivato solo da noi stessi. Un processo, questo, cui si deve abbinare una formazione adeguata nel campo scolastico, universitario, del lavoro e delle professioni. Ma anche questo elemento imprescindibile non sortirebbe effetti se non si avrà il coraggio di affrontare di petto la questione della legalità, che non può essere analizzata alla stregua delle attuali vestali dell’anticamorra e dell’antimafia.
Iniziamo, dunque, a precisare un concetto cardine: nel Meridione la criminalità non è esterna allo Stato ma è ben collocata al suo interno. Il vero problema dell’illegalità riguarda la gestione illecita del lavoro e in questo le camorre incidono solo marginalmente. Mi verrebbe da chiedere: davvero gli organismi preposti ignorano cosa sia il fenomeno del lavoro nero? Sono a conoscenza delle condizioni disumane cui sono costretti, in alcuni casi anche per dodici-quattordici ore al giorno, i dipendenti del settore commerciale e di quello della ristorazione? Nessuno di questi signori ha mai saputo di buste paghe legalmente elargite ma dimezzate all’atto pratico? E tutto ciò avviene non in scantinati al riparo da occhi indiscreti, ma alla luce del sole. Mi fanno sorridere le statistiche che indicano percentuali altissime di inoccupazione nel sud, con punte anche superiori al 60% in alcune realtà. Se così davvero fosse, dovremmo trovarci di fronte a uomini rantolanti e pronti ad uccidere per un tozzo di pane. In realtà, la differenza sociale tra le statistiche e il quadro lavorativo è dato da una mole impressionante di lavoro sommerso, che evita le guerre civili, ma che non potrà mai garantire un futuro dignitoso alle nuove generazioni.
Ma un’inversione di marcia della politica, come è possibile?
Resto scettico sulle possibilità di inaugurare una nuova stagione politica. D’altronde sarà difficilissimo che la sinistra, che mi sta molto a cuore, possa tornare a svolgere il ruolo di avanguardia reale della tutela dei diritti. A questa sua principale e nobile finalità, infatti, ha abdicato da troppo tempo. Chi è succeduto alla generazione di Enrico Berlinguer non si è minimamente occupato di battersi per coloro che, per sopravvivere, sono costretti a lavorare in miserevoli condizioni, né ha mai fatto una battaglia seria a salvaguardia del territorio deturpato. Anzi, per tornare sul piano locale, si è comportato nella maniera diametralmente opposta. La sinistra di governo ha sostenuto i cavaioli, che garantiscono “sbocchi occupazionali” e continua a sostenere la realizzazione di termovalorizzatori mortiferi come quello di Acerra... continua
mercoledì 29 aprile 2009
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